…dedicato al FVG

 Elio Ciol

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Add comment 27 aprile 2009 silviafol

ecco Westy, quarto componente della famiglia!

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Add comment 27 aprile 2009 silviafol

Cristina Donà- Dove sei tu

Se chiudo gli occhi

posso arrivare

a prenderti.

Mi allungherò

sino a dove sei tu.

L’autunno

si è fermato sui rami,

è immobile.

Io imparerò ad arrivare

dove sei tu…

…qualunque sia la distanza.

Io ti verrò a cercare quando il buio tenta

di far risaltare la tua assenza.

Difficile è trovarsi ora,

più facile è perdersi.

Perdona se non sono ancora

dove sei tu.

Accorcerò la distanza.

Io ti verrò a cercare quando il buio tenta di far risaltare la tua assenza.

Add comment 24 aprile 2009 silviafol

20% dell’Irpef ai Comuni

Proposta avanzata da Anci Veneto, prevede che i Comuni trattengano una quota del 20% dell’Irpef versata dai propri cittadini rinunciando agli attuali trasferimenti dallo Stato. Sembrerà strano, ma la Lega non è d’accordo…e la bandiera del federalismo, allora? Ah, già l’idea “rivoluzionaria” non è partita da loro, ma dal centrosinistra, che armi usare allora adesso per ottenere consensi?

Add comment 23 aprile 2009 silviafol

Italo Calvino

La nuvola di smog, 1958

“…e scrissi che sì, ancora c’era chi viveva fuori della nuvola di smog, e forse ci sarebbe sempre stato, chi poteva attraversare la nuvola e soffermarcisi proprio nel bel mezzo e uscirne, senza che il minimo soffio di fumo o granello di carbone toccasse la sua persona, turbasse il suo ritmo diverso, la sua bellezza d’altro mondo, ma quel che importava era tutto ciò che era dentro lo smog, non ciò che era fuori: solo immergendosi nel cuore della nuvola, respirando l’aria nebbiosa di queste mattine (già l’inverno cancellava le vie in un’indistinta bruma), si poteva toccare il fondo della verità e forse liberarsi.”

“…Feci un numero de “La Purificazione” in cui non c’era articolo che non parlasse della radioattività. Neanche questa volta ebbi seccature. Che non fosse letto però non era vero; leggere, leggevano, ma ormai per queste cose era nata una specie di assuefazione, e anche se c’era scritto che la fine del genere umano era vicina, nessuno ci badava. Anche i settimanali d’attualità portavano notizie da far rabbrividire, ma la gente sembrava prestar fede solo alle fotografie a colori di belle ragazze sorridenti in copertina. Uno di questi settimanali uscì con in copertina la foto di Claudia in costume che faceva un’evoluzione sugli sci d’acqua. La appesi con quattro puntine a una parete della mia stanza d’affitto.”

Add comment 23 aprile 2009 silviafol

Tina Modotti

Nata ad Udine nel 1986, morta a Città del Messico nel 1942.

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“Ho stampato il ritratto di Tina, forse il migliore in assoluto: il suo volto è nobile, maestoso, esaltante. Il volto di una donna che ha sofferto, che ha conosciuto morte e delusione, che si è venduta ai ricchi e si è donata ai poveri, la cui infanzia è tracorsa tra privazioni e duro lavoro, la cui maturità deriva dall’esperienza amara e dolce al tempo stesso di chi ha vissuto intensamente, profondamente, e senza paura” (Edward Weston, da “Tina”, Pino Cacucci, 2005).

“Pertanto non è indispensabile sapere se la fotografia è o non è un’arte, quel che conta è distinguere tra buona e cattiva fotografia. Buona è quella che accetta i limiti della tecnica fotografica e utilizza ogni possibilità e caratteristica che lo strumento offre. Cattiva è quella fotografia realizzata con una sorta di complesso di inferiorità, non riconoscendo il giusto valore alla specificità della fotografia, e ricorrendo invece ad ogni genere di imitazioni. Le opere ottenute in questo modo danno l’impressione che l’autore abbia quasi vergogna di fotografare la realtà, cercando di occultare l’essenza fotografica dell’opera, sovrapponendo trucchi e falsificazioni che può apprezzare soltanto chi è pervaso da un gusto  deviato. La fotografia, proiettata solo sul presente e fondandosi su quanto esiste oggettivamente di fronte alla macchina, si afferma come il mezzo più incisivo per registrare la vita reale in ogni sua manifestazione. Da qui il valore documentario, e se a ciò si aggiunge la sensibilità e l’accettazione dell’argomento trattato, ma soprattutto una chiara idea del posto occupato nell’evolversi della storia, ritengo che il risultato sia degno di un proprio ruolo nela rivoluzione sociale” (Tina Modotti, 1929).

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Add comment 20 aprile 2009 silviafol

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